Carburanti ecologici e sharing mobility: la situazione in Italia

Carburanti ecologici e sharing mobility: la mobilità degli italiani è sempre più green

La svolta green e l’inizio della nuova mobilità sostenibile: a che punto si trova l’Italia, tra ritardi infrastrutturali e prospettive di crescita, rispetto agli altri paesi europei?

I numeri delle recenti pubblicazioni parlano chiaro: il nostro paese ha un cuore verde, proteso verso la mobilità di domani, attento al cambiamento climatico e desideroso di giocare un ruolo attivo nella sfida globale.

Pandemia e infrastrutture: gli unici freni del cambio di passo

Per l’89% degli italiani intervistati per un’autorevole ricerca europea è auspicabile l’uso di carburanti carbon free e le percentuali tra i giovani indicano un forte desiderio di più piste ciclabili e più bike sharing. Non solo colonnine per la ricarica, sempre più indispensabili per rifornire i nuovi mezzi green, ma anche riprogettazione urbana con più verde e una rete di trasporti sia pubblici che privati in grado di ottimizzare la smart mobility come piste ciclabili e oasi urbane che sono finalmente in fase di approvazione nella maggior parte delle città metropolitane italiane. La spinta del PNRR e le nuove misure previste dal Recovery Plan dovrebbero essere l’acceleratore e il volano della nuova mobilità green.

Un altro tema comune al trend europeo riguarda la recente emergenza pandemica che ha impedito la crescita della sharing mobility. In Italia solo tre italiani su dieci si sono detti disponibili ad usufruirne nello stato attuale, mentre il 62% si è dichiarato pronto allo sharing nei prossimi dieci anni.

Il futuro è green, sharing e smart: la tecnologia verde piace agli italiani

Il nostro Paese sembra essere pronto al cambiamento culturale necessario per invertire la rotta. Se l’automobile è stata per anni uno status symbol e una “seconda casa” di cui conservare gelosamente il possesso e l’uso esclusivo, oggi sempre più persone sono pronte ad un uso più responsabile e condiviso. Specialmente se si tratta di grandi centri urbani. Per il 10% dei residenti in centri con oltre centomila abitanti, infatti, il possesso di un’auto non è indispensabile.

Per non parlare della questione parcheggi: gli abitanti delle metropoli li vorrebbero invisibili, sotterranei, non impattanti. Il tema parcheggi, inoltre, introduce un’altra questione molto interessante e ad alto tasso tecnologico: le auto self-driving, quelle cioè capaci di circolare senza la necessità di un conducente umano. Immaginare la possibilità di essere accompagnati fin davanti all’ufficio o al supermercato e guardare la propria auto che si parcheggia da sola fuori città o in aree dedicate extra urbane, magari ricaricandosi o trasferendo energia in eccesso alla rete pubblica, non è solo una scena da film fantasy. E questo scenario piace a ben il 62% dei soggetti intervistati. Infine, l’intermodalità dei trasporti, ovvero la possibilità di utilizzare più di un mezzo per i propri spostamenti, alternando l’auto per i lunghi tratti di collegamento tra una città e l’altra, e mezzi piccoli e condivisi per le aree metropolitane, come le bici elettriche e i monopattini, ad esempio. Insomma, anche in Italia la rivoluzione verde è iniziata.

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