Azienda digitale: l’Italia ancora agli ultimi posti

Azienda digitale: l’Italia ancora agli ultimi posti

I dati evidenziati dal DESI, Digital Economy and Society Index, un indice della Commissione Europea che misura i progressi dei paesi in termini di digitalizzazione, indicano che la digitalizzazione delle PMI in Italia è agli ultimi posti: le PMI italiane occupano infatti la posizione 26 su 28. Le PMI sono il tessuto economico del nostro Paese, basti pensare che in Italia sono oltre 200.000 e coprono più del 40% del fatturato. Per questo motivo, è importante intraprendere i percorsi più consoni che portino all’integrazione delle tecnologie digitali nelle piccole e medie imprese. La crisi economica generata dalla pandemia del COVID-19 ha sicuramente creato un impulso in alcuni percorsi di digitalizzazione, in particolare per ciò che riguarda lo smart working e le vendite online, ma si è trattato di un approccio causato dall’emergenza, quindi reattivo e non di una decisione strategica che rivedesse i modelli di business.

L’importanza dei canali online per le PMI in Italia

La chiusura dei punti vendita fisici ha portato molte PMI italiane a vendere i propri prodotti online. Tuttavia, anche se l’80% di queste aziende possiede un sito web, la maggior parte di loro non ha implementato il commercio sul proprio sito ma si è affidata a piattaforme di terzi. Inoltre, sono ancora poche le aziende italiane che hanno capito come sfruttare le potenzialità degli investimenti pubblicitari online, in particolare per ciò che riguarda i social media. Le PMI italiane, forse per fattori culturali, sostengono ancora spese pubblicitarie su canali tradizionali, come tv e radio, oppure la carta stampata. Si tratta di una sorta di ritardo digitale che deve essere colmato.

Suggerimenti per accelerare la digitalizzazione nel nostro paese

La spinta alla digitalizzazione dovrebbe partire dai vertici aziendali in modo tale da favorire lo sviluppo e il potenziamento delle competenze digitali in azienda. Successivamente è necessario capire quali sono i settori aziendali che possono beneficiare delle tecnologie digitali, ad esempio la produzione, le risorse umane, la sicurezza informatica. Gli strumenti digitali possono apportare dei vantaggi anche per ciò che riguarda i rapporti tra clienti, partner e fornitori.

La trasformazione culturale deve partire dai vertici aziendali

Secondo gli studi, il 90% dei vertici aziendali considera necessario innovare e applicare processi di digitalizzazione nelle aziende. Tuttavia, vi sono ancora alcuni errori strategici. Tra i più importanti vi sono quelli legati all’investimento in digitale che è in calo o invariato rispetto agli anni scorsi, la mancata conoscenza degli incentivi per le PMI previsti dal governo e progetti che non sono mirati a riorganizzare gli interi processi aziendali.

Come favorire le competenze digitali necessarie in azienda?

È necessaria una trasformazione culturale, che porti alla diffusione e al miglioramento delle competenze digitali del personale che lavora in azienda e, per essere efficace, deve coinvolgere anche gli enti pubblici e le grandi imprese. Al momento, infatti, le PMI in generale non hanno un proprio reparto interno dedicato alla Digital Innovation e preferiscono affidarsi ad agenzie esterne.

Quali sono le competenze e le tecnologie digitali ideali per le PMI?

Le competenze digitali necessarie alle PMI comprendono il cloud computing, l’analisi e la gestione dei dati che permettono di ricavare informazioni strategiche per migliorare i risultati aziendali, la sicurezza informatica, e le applicazioni di IoT. Inoltre, è importante implementare la fatturazione elettronica tra i privati e i sistemi di pagamento digitali, come ad esempio i pagamenti tramite smartphone o con portafoglio elettronico.

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