Le fiere ai tempi del Covid. Intervista ad Andreas Zuege

Andreas Zuege

Gli spunti di discussione non mancano di certo. Viviamo, per così dire, “tempi interessanti”, e un’opinione autorevole è quantomai necessaria per orientarsi all’interno di una quotidianità stravolta e spesso straniante.
Abbiamo chiesto ad Andreas Zuege, Direttore Generale di Hannover Fairs International GmbH, di darci la sua visione rispetto alla recessione economia in atto ma anche alle opportunità che la fase post Covid presenterà.

Sig. Zuege, forse per la prima volta nella storia, quantomeno recente, quasi tutti i comparti in tutto il mondo vivono un periodo di forte stagnazione. Come ci si orienta? In che modo si dovrebbe agire e cosa pensa che succederà dopo?

La pandemia proveniente da Wuhan ha scatenato una paralisi dell’economia mondiale con conseguenze non completamente prevedibili. Nei diversi paesi dove Hannover Fairs è attiva i governi hanno bloccato le fiere per il primo semestre del 2020 ed ora sono già stati cancellati anche i primi eventi in Germania per il mese di settembre. Fortunatamente, essere costantemente in crescita e poter vantare un management agile riguardo la gestione dei costi ci permette di superare questo momento di crisi. Abbiamo investito tanto nella digitalizzazione della nostra sede italiana a Milano e dunque lo smart working, attivo da fine febbraio, non ci ha causato problemi. Anzi, al contrario. I numerosi contatti con i nostri clienti, partner, media e con la squadra italiana e i colleghi internazionali funzionano bene anche in videoconferenze, WhatsApp e via telefono. Abbiamo un “paperless office” che lavora attraverso un sistema cloud che garantisce accesso ai nostri documenti, grafiche, immagini e video da qualsiasi parte del mondo. Quindi la nostra operatività e reperibilità è sempre garantita indipendentemente dal luogo fisico in cui ci troviamo. Inoltre, fattura elettronica, firma digitale e legalmail ci danno completa flessibilità sotto gli aspetti giuridici e burocratici. Ma nonostante questi mezzi digitali rimane la necessità di incontrarsi dal vivo. È importante restare in contatto con il mondo in questo momento preparandosi al prossimo scenario. Per i nostri responsabili commerciali significa lavorare sulle fiere cancellate o spostate in sinergia con il customer care e con un pipeline management intelligente. Dopo lo shutdown ritorna anche la voglia di partecipare alle fiere. La maggioranza dei nostri clienti lavora già con noi nel realizzare i prossimi appuntamenti fieristici, soprattutto le fiere che hanno subito uno spostamento. Quindi, in realtà, siamo già pienamente nella fase di preparazione “post crisi”.

Quali sono secondo lei gli “oceani blu” che inevitabilmente ogni crisi porta con sé? Dove saranno le opportunità?

Per me gli oceani blu sono caratterizzati soprattutto dall’innovazione. Le fiere e gli eventi tradizionali manterranno ancora la loro centralità ma saranno arricchiti e modificati dal digitale durante le fasi di preparazione, esecuzione e valorizzazione dei contatti. Le strutture di management evolveranno in un AEM, Agile Event Management, che prevederà l’integrazione del cliente fin dall’inizio del progetto. Le squadre, poi, saranno chiamate ad agire in maniera più agile e con maggiori responsabilità garantendo così una massima flessibilità anche in un ambiente dirompente. La nostra filosofia, ovvero che la fiera è un appuntamento dove il cliente resta la componente più importante, rimarrà invariata. I mezzi digitali ci danno però le opportunità di creare un nuovo mondo del lavoro, prevedendo contestualmente nuovi servizi. Abbiamo in progetto di lanciare nuovi strumenti, come un’app intelligente che permetterà di entrare in fiera senza biglietto, grazie alla tecnologia di rete. Questa tecnologia darà anche l’opportunità di trovare informazioni senza trasmettere dati sensibili, di prenotare la propria partecipazione agli eventi collaterali garantendo il distanziamento sociale e predisporrà anche le fasce orarie per le entrate scaglionate. Abbiamo un’opportunità, in mesi incerti come questi: stupire con concetti e servizi innovativi che funzionino anche in momenti di crisi.
Siamo creativi e ben piazzati!

Infine, come immagina le fiere post Covid?

Credo che gli eventi diventeranno maggiormente ibridi. Dobbiamo renderci conto che per un certo periodo i viaggi, soprattutto oltreoceano, saranno limitati. Il mondo digitale diventerà dunque una grande opportunità per superare queste restrizioni e per integrare con i player internazionali durante gli eventi del gruppo. Nel mondo “consumer market” questi eventi ibridi sono già realtà. A mio parere possono funzionare anche in altri settori. Come Fiera di Hannover abbiamo fondato una task-force all’interno della quale ci confrontiamo sulle misure da adottare per organizzare una fiera di successo durante la pandemia. Parliamo con i nostri colleghi in tutto il mondo, facciamo tesoro dei loro suggerimenti su come affrontare virtuosamente il lockdown e intendiamo utilizzare queste conoscenze ed esperienze per lo scambio di idee con i nostri partner in Italia, con le associazioni di categoria e anche con le autorità. Siamo ovviamente già pronti per soddisfare le misure richieste come il distanziamento sociale e i sistemi protettivi della persona: mascherine, guanti e disinfettante, oltre alla predisposizione di diverse fasce d’orario di entrata durante gli appuntamenti fieristici. Abbiamo inoltre creato nuovi format grazie al sostegno delle piattaforme digitali. Per esempio abbiamo integrato strumenti media per gestire le conferenze, nuovi sistemi di matching, applicazioni mobile, streaming in tempo reale, integrazione e combinazione di eventi nei diversi luoghi anche internazionali e infine istituito le giornate delle fiere digitali. Tuttavia la necessità di interagire con diversi soggetti del comparto, in uno stesso luogo e nel medesimo tempo, rimarrà la forza trainante del nostro business, che intendiamo sviluppare con il sostegno digitale.
Benvenuti nella fiera del futuro!

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